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domenica 17 ottobre 2010
domenica 10 ottobre 2010
Leggete un po qui.....
Ricevo e pubblico dal mio sindacato un articolo apparso sul sole 24 ore
Utilizzo improprio dell'istit uto della reperibili tà Dal sole 24 ore
Utilizzo improprio dell'istit
Corte dei Conti: Dirigenti e dipendenti di un ospedale
condannati a risarcire l’Erario. "Non si utilizza la
pronta disponibilità degli infermieri per le carenze
d’organico"
La reperibilità va utilizzata soltanto quando c’è
reale emergenza: non si può ricorrervi sempre, facendo
saltare il necessario riposo ai lavoratori e retribuendo la
pronta disponibilità come straordinario. Chi lo fa -
dirigenti dell’ospedale e dipendenti - commette un danno
all’Erario. Lo ha chiarito la Corte dei conti del Lazio
(sentenza n. 1606/2010 del 9 agosto scorso), accodandosi
alla giurisprudenza di legittimità che ha da tempo
riconosciuto come il mancato godimento del riposo
settimanale si ponga in contrasto con l’articolo 36 della
Costituzione. Nella fattispecie, la procura aveva
riscontrato l’illegittimo impiego delle risorse
finanziarie di un presidio laziale che per il 2003, 2004 e
2005 aveva creato «un meccanismo retributivo al di fuori
della legge, al fine di trovare nel personale
infermieristico dell’Uo Anestesia e rianimazione
dell’ospedale una maggiore disponibilità e
condiscendenza nel rendere le prestazioni di urgenza ». In
pratica, i turni normali di servizio, mediamente della
durata di 6 ore giornaliere, erano costantemente effettuati
come se fossero turni di reperibilità: uno stesso
dipendente copriva contemporaneamente il suo turno di lavoro
più altri turni in diversi reparti. L’infermiere
guadagnava di più, e l’ospedale non doveva assumere
altro personale. La Corte dei conti ricostruisce la
“ratio” dell’istituto della reperibilità e delle
condizioni di liceità del suo utilizzo. La reperibilità
fuori orario - si legge nella decisione - non costituisce
una mansione in senso tecnico-giuridico, ma integra un
obbligo accessorio e intermedio per il lavoratore. Si
caratterizza, quindi, nella messa a disposizione di
attività lavorative per sopperire a straordinarie e
urgenti esigenze di servizio, caratterizzate dalla
specialità e occasionalità (di regola di notte e nei
giorni festivi). Le aziende possono valutare eventuali
ulteriori situazioni in cui ammettere la pronta
disponibilità, in base alle proprie esigenze
organizzative, ma non prevedere meccanismi di sostituzione
della reperibilità con turni di lavoro. L’obbligo di
reperibilità non equivale quindi a prestazione lavorativa
e impone il riconoscimento del compenso non come giorno di
lavoro, ma con corrispettivo minore. Nel caso in esame,
invece, si è assistito a «un collocamento a tappeto
degli infermieri in pronta disponibilità, del tutto
svincolato dall’occasionalità e da particolari
situazioni di disagio». Le erogazioni conseguenti sono
pertanto illegittime e vanno ricondotte ad abuso nella
gestione delle risorse ospedaliere, perché «si
atteggiavano, di fatto, a una vera e propria indennità
accessoria» riconosciuta agli infermieri per incentivarli
a supplire alla carenza di organico. Circa la
quantificazione economica del danno, rammenta la Corte,
vanno sottratte agli importi richiesti dalla procura tutte
le somme corrisposte agli infermieri per la prestazione di
ore straordinario nel periodo in questione, nonché le
somme erogate per il legittimo collocamento in pronta
disponibilità nelle ore notturne e nei giorni festivi.
Paola Ferrari, Avvocato
condannati a risarcire l’Erario. "Non si utilizza la
pronta disponibilità degli infermieri per le carenze
d’organico"
La reperibilità va utilizzata soltanto quando c’è
reale emergenza: non si può ricorrervi sempre, facendo
saltare il necessario riposo ai lavoratori e retribuendo la
pronta disponibilità come straordinario. Chi lo fa -
dirigenti dell’ospedale e dipendenti - commette un danno
all’Erario. Lo ha chiarito la Corte dei conti del Lazio
(sentenza n. 1606/2010 del 9 agosto scorso), accodandosi
alla giurisprudenza di legittimità che ha da tempo
riconosciuto come il mancato godimento del riposo
settimanale si ponga in contrasto con l’articolo 36 della
Costituzione. Nella fattispecie, la procura aveva
riscontrato l’illegittimo impiego delle risorse
finanziarie di un presidio laziale che per il 2003, 2004 e
2005 aveva creato «un meccanismo retributivo al di fuori
della legge, al fine di trovare nel personale
infermieristico dell’Uo Anestesia e rianimazione
dell’ospedale una maggiore disponibilità e
condiscendenza nel rendere le prestazioni di urgenza ». In
pratica, i turni normali di servizio, mediamente della
durata di 6 ore giornaliere, erano costantemente effettuati
come se fossero turni di reperibilità: uno stesso
dipendente copriva contemporaneamente il suo turno di lavoro
più altri turni in diversi reparti. L’infermiere
guadagnava di più, e l’ospedale non doveva assumere
altro personale. La Corte dei conti ricostruisce la
“ratio” dell’istituto della reperibilità e delle
condizioni di liceità del suo utilizzo. La reperibilità
fuori orario - si legge nella decisione - non costituisce
una mansione in senso tecnico-giuridico, ma integra un
obbligo accessorio e intermedio per il lavoratore. Si
caratterizza, quindi, nella messa a disposizione di
attività lavorative per sopperire a straordinarie e
urgenti esigenze di servizio, caratterizzate dalla
specialità e occasionalità (di regola di notte e nei
giorni festivi). Le aziende possono valutare eventuali
ulteriori situazioni in cui ammettere la pronta
disponibilità, in base alle proprie esigenze
organizzative, ma non prevedere meccanismi di sostituzione
della reperibilità con turni di lavoro. L’obbligo di
reperibilità non equivale quindi a prestazione lavorativa
e impone il riconoscimento del compenso non come giorno di
lavoro, ma con corrispettivo minore. Nel caso in esame,
invece, si è assistito a «un collocamento a tappeto
degli infermieri in pronta disponibilità, del tutto
svincolato dall’occasionalità e da particolari
situazioni di disagio». Le erogazioni conseguenti sono
pertanto illegittime e vanno ricondotte ad abuso nella
gestione delle risorse ospedaliere, perché «si
atteggiavano, di fatto, a una vera e propria indennità
accessoria» riconosciuta agli infermieri per incentivarli
a supplire alla carenza di organico. Circa la
quantificazione economica del danno, rammenta la Corte,
vanno sottratte agli importi richiesti dalla procura tutte
le somme corrisposte agli infermieri per la prestazione di
ore straordinario nel periodo in questione, nonché le
somme erogate per il legittimo collocamento in pronta
disponibilità nelle ore notturne e nei giorni festivi.
Paola Ferrari, Avvocato
giovedì 7 ottobre 2010
Ancora sulla ginnastica vescicale
Tratto da Infermiererozza :
EFFICACIA DELLA GINNASTICA VESCICALE EFFETTUATA PRIMA DELLA RIMOZIONE DEL CATETERE VESCICALE
Daniele Matarazzo
Studente della Seconda Univ.
Degli Studi di Napoli
Laurea Infermieristica
Polo didattico AORN “S.G. Moscati
INTRODUZIONE
Ho effettuato questa ricerca ponendomi il problema dell'efficacia della ginnastica vescicale,che ancora oggi viene praticata in alcune UU.00. del nostro ospedale. Tale pratica viene effettuata chiudendo ad intervalli di tempo il flusso del catetere vestitale mediante il clampaggio del sistema di raccolta o mediante l'apposizione di un tappo,essa però è stata da tempo messa in discussione per diversi motivi tra i quali:
• Se il catetere viene chiuso più volte durante la giornata spesso con lo stesso tappo)si determina una stasi di urina all'interno della vescica che può aumentare l'incidenza delle infezioni urinarie
• Il muscolo detrusore della vescica non esegue nessuna forma di ginnastica quando il catetere rimane in situ perché lo svuotamento dell'urina avviene per drenaggio e non per contrazione dello stesso muscolo
• La ginnastica vescicale non assicura la correzione dell'incontinenza. La continenza infatti viene garantita dalla struttura sfinteriale e dalla muscolatura del piano pelvico sia nell'uomo che nella donna
MATERIALI E METODI
Ricerca in internet dalle banche dati: Medi ine,CDC,RCN.
Parole chiave: urinary infections intermittent catheter bladder and catheter.
OBIETTIVI
L'obiettivo è valutare l'efficacia terapeutica della ginnastica vescicale prima della rimozione di un catetere vescicale a permanenza.
RISULTATI
Non vi è alcuna differenza alla minzione tra pazienti ai quali viene tolto il catetere vescicale senza eseguire la ginnastica vescicale e pazienti ai quali viene tolto il catetere dopo aver effettuato la ginnastica vescicale.
CONCLUSIONI
Da quanto analizzato la "GINNASTICA VESCICALE"non ha alcun beneficio sulla ripresa spontanea della minzione,anzi è una pratica inutile e dannosa che può portare ad un aumento dell'incidenza delle infezioni urinarie.
BIBLIOGRAFIA
INGER JOHANSSON, Juornal of clinical nursing,2002;11:651-656.
PAOLA GOBBI, Assistenza infermieristica e ricerca,2001;20,3.
SITOGRAFIA
www.evidencebasednursing.it
Grazie all'autore
Studente della Seconda Univ.
Degli Studi di Napoli
Laurea Infermieristica
Polo didattico AORN “S.G. Moscati
INTRODUZIONE
Ho effettuato questa ricerca ponendomi il problema dell'efficacia della ginnastica vescicale,che ancora oggi viene praticata in alcune UU.00. del nostro ospedale. Tale pratica viene effettuata chiudendo ad intervalli di tempo il flusso del catetere vestitale mediante il clampaggio del sistema di raccolta o mediante l'apposizione di un tappo,essa però è stata da tempo messa in discussione per diversi motivi tra i quali:
• Se il catetere viene chiuso più volte durante la giornata spesso con lo stesso tappo)si determina una stasi di urina all'interno della vescica che può aumentare l'incidenza delle infezioni urinarie
• Il muscolo detrusore della vescica non esegue nessuna forma di ginnastica quando il catetere rimane in situ perché lo svuotamento dell'urina avviene per drenaggio e non per contrazione dello stesso muscolo
• La ginnastica vescicale non assicura la correzione dell'incontinenza. La continenza infatti viene garantita dalla struttura sfinteriale e dalla muscolatura del piano pelvico sia nell'uomo che nella donna
MATERIALI E METODI
Ricerca in internet dalle banche dati: Medi ine,CDC,RCN.
Parole chiave: urinary infections intermittent catheter bladder and catheter.
OBIETTIVI
L'obiettivo è valutare l'efficacia terapeutica della ginnastica vescicale prima della rimozione di un catetere vescicale a permanenza.
RISULTATI
Non vi è alcuna differenza alla minzione tra pazienti ai quali viene tolto il catetere vescicale senza eseguire la ginnastica vescicale e pazienti ai quali viene tolto il catetere dopo aver effettuato la ginnastica vescicale.
CONCLUSIONI
Da quanto analizzato la "GINNASTICA VESCICALE"non ha alcun beneficio sulla ripresa spontanea della minzione,anzi è una pratica inutile e dannosa che può portare ad un aumento dell'incidenza delle infezioni urinarie.
BIBLIOGRAFIA
INGER JOHANSSON, Juornal of clinical nursing,2002;11:651-656.
PAOLA GOBBI, Assistenza infermieristica e ricerca,2001;20,3.
SITOGRAFIA
www.evidencebasednursing.it
Grazie all'autore
Corso ecm sulla sicurezza
Ciao a questo link troverete un corso sulla sicurezza della nostra professione con un rapporto 1:1 cioè 12 euro per 12 crediti mi sembra un buon acquisto e un buon argomento no??
il sito http://www.prex.it/prex/calendariofad_info.php?id=9
sul sito sono presenti altri corsi sempre ad un prezzo modico, che hanno comunque una data di scadenza (per l'iscrizione).
Qui il calendario: http://www.prex.it/prex/calendariofad.php
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mercoledì 6 ottobre 2010
lunedì 4 ottobre 2010
Glossario Rischio Clinico
Direttamente dal Ministero della Salute, vi propongo di dare un 'occhiata al Glossario dei termini riguardanti il rischio clinico.
glossario_rischio_clinico
glossario_rischio_clinico
Corsi ecm scontati!!!
Aggiorno ancora sulla possibilità di iscriversi ed acquistare cosi ecm on line a prezzo scontato e con un buon rapporto Prezzo-n°crediti (56 Euro-30 crediti) l'offerta scade il 15/10
ecco l'indirizzo del sito http://www.obiettivoinfermiere.it/index.aspx
Notizia dal sito Infermieri Attivi
ecco l'indirizzo del sito http://www.obiettivoinfermiere.it/index.aspx
Notizia dal sito Infermieri Attivi
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