La Casa di Lellino

Benvenuti sul mio blog !!!,il punto d'incontro per tutti gli infermieri con articoli,documenti e risorse dal mondo infermieristico in generale ciao

lunedì 29 ottobre 2012

la storia delle uniformi infermieristiche

L' aspetto e lo stile delle divise degli infermieri ' è cambiato significativamente nel corso degli ultimi due secoli . Come la professione è diventata più rispettabile agli occhi del pubblico , gli infermieri hanno cercato di migliorare il comfort e la funzionalità del loro abbigliamento Prima del 1860 Nei primi resoconti storici , monaci , suore e religiosi di altri lavoratori hanno compiti di cura , gli ospedali permanente non sono diffuse prima del 19 ° secolo . Le uniformi infermieristiche prime derivate da abitudini suora .

1860-1940

Quando Florence Nightingale aprì la Scuola di Formazione per Infermieri nel 1860 , la professione guadagnato più rispetto e una divisa standard . Uno dei suoi studenti progettato una divisa che comprendeva un abito a maniche lunghe con colletto inamidato , un grembiule con bretelle , e un berretto che frilly legato sotto il mento . Più tardi , gli indumenti del Capo -come detto tippets sono stati aggiunti alla divisa .

metà del 20 ° secolo

Durante la seconda guerra mondiale , vestito da pavimento -lunghezza della nutrice è stato ridotto a metà polpaccio , e il tappo è diventato più conservatore di stile , senza il sottogola . Negli anni 1950 e ླྀ , uniformi molti cadere il grembiule per uno stile bavaglino nella parte anteriore, e la " scatola della pillola " cappello è stato introdotto.

1970-1980

Durante gli anni ྂ e ྌ , la carta usa e getta cappellini e grembiuli diventato più popolare , e, infine, mantelle e berretti scomparso . Come più uomini entrati nella professione , una semplice divisa bianca tunica con le spalline divenne il look standard per gli infermieri.

1990 ai giorni nostri

presenti durante gli anni ྖ , gli infermieri iniziato ad indossare scrub . I vestiti erano più facili da pulire e più comodo per lavorare in più abiti . Oggi , la maggior parte degli infermieri negli Stati Uniti indossare Scrubs in una varietà di colori e modelli .

Catetere vescicale e ginnastica vescicale: il crollo dei miti

Dal sito AILF (associazione infermieri legali forensi)
Scritto da Eugenio Cortigiano   link



La ginnastica vescicale si realizza chiudendo ad intervalli il flusso del catetere vescicale mediante l’apposizione di un tappo o mediante il clampaggio del sistema di raccolta.
La ginnastica vescicale è una pratica inutile e dannosa basata su un razionale smentito dalla fisiologia della minzione.
Ricerche condotte in merito alla sua diffusione in Italia hanno dimostrato che essa deriva probabilmente da un errore di traduzione dall’inglese. Con il termine ginnastica vescicale ci si riferiva a metodiche di rieducazione alla minzione che niente hanno a che fare con questa pratica che è assolutamente da evitare.
L’obiettivo per il quale essa è praticata è rappresentato dal tentativo di riabituare la vescica a riempirsi periodicamente in modo da ripristinare la continenza alla rimozione del catetere.
Tale pratica è stata da tempo messa in discussione per diversi motivi:
- se il catetere viene chiuso più volte durante la giornata (spesso con lo stesso tappo) si determina una stasi di urina all’interno della vescica, che può aumentare l’incidenza delle infezioni urinarie;
- il muscolo detrusore della vescica non esegue nessuna forma di “ginnastica” quando il catetere rimane in situ perché lo svuotamento dell’urina avviene per drenaggio e non per contrazione dello stesso muscolo;
- la ginnastica vescicale non assicura la “correzione” dell’incontinenza. Essa viene garantita dalle strutture sfinteriali e dalla muscolatura del piano pelvico perineale sia nell’uomo che nella donna: tali strutture muscolari non possono essere esercitate solo mediante il semplice riempimento della vescica.
Per il miglioramento del loro tono sono raccomandati interventi riabilitativi specifici, come gli esercizi per la muscolatura pelvica, il bio feedback, l’uso dei coni vaginali, la stimolazione elettrica del pavimento pelvico.
Per questi motivi possiamo dire che la vescica dei pazienti non risente della ginnastica vescicale.
Da un esame della letteratura emerge inoltre che: “….si è impiegato, erroneamente, il termine “rieducazione vescicale” intesa come “ginnastica vescicale” per indicare un’ampia varietà di tecniche comportamentali.”
re.

CATETERISMO VESCICALE A PERMANENZA

Dalla videoteca delle tecniche infermieristiche un'altro video.
Tutti i diritti riservati all'autore: http://www.youtube.com/user/karlo1967?feature=watch
semplice condivisione e divulgazione della sua importante opera.



giovedì 11 ottobre 2012

Concorso per 40 infermieri in Sardegna

Articolo tratto da : Infermieri Informatizzati
E' un palpitare più lento il ritmo dei lavoratori della notte quando il buio accompagna il silenzio che segue ad una vorticosa giornata. E' un pullulare sommesso quello di tanta gente che svolge i turni di notte.
Questo è il vero popolo della notte, quello che va a lavorare alle 20 o a mezzanotte e poi dritto fino alla mattina che lo porterà a riposare qualche ora quando gli altri si alzano.
Oggi proprio questa fetta di lavoratori è sotto la lente di ingrandimento per studiare e indagare la vita atipica dei turnisti al fine di verifcare quale sia l'impatto sulla salute dei loro ritmi lavorativi.
Il numero di tali lavoratori non è affatto trascurabile: sono uno su cinque in Europa e consiste nello svolgere le ore non secondo regolari contratti diurni di otto ore, ma in turni notturni, a rotazione, o in ore irregolari.
La conseguenza sulla salute è presto detta: paragonati con individui che lavorano le tipiche 8 ore giornaliere, i soggetti che lavorano a turni presentano un maggiore rischio per alcune patologie, quali l’obesità, il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolariproblemi digestivi e naturalmente disordini del sonno e depressione.
Si può persino riscontrare una carenza di vitamina D (per la ridotta esposizione alla luce del sole). Per esempio, i dati di un'ampia indagine meta-analitica pubblicata il 26 luglio 2012 sul British Medical Journal, frutto di una cooperazione canadese-norvegese-svedese, prendono in considerazione 34 studi con il coinvolgimento di oltre 2 milioni di persone e stabiliscono un incremento del 23% dei rischi di infarto, del 24% di eventi coronarici e del 5% di ictus cerebrali fra i turnisti.
Lo stesso si può dire per il diabete: sembrerebbe che il mancato sonno o comunque un ritmo sballato delle ore di riposo rispetto a quelle di veglia, impedisca all’organismo di controllare correttamente i livelli di zuccheri presenti nel sangue.
Per i lavoratori turnisti è stato evidenziato in aggiunta un calo dell’8% del metabolismo a riposo, con conseguenteaumento di peso di circa 5 Kg in un solo anno.
Quindi c'è una predisposizione al sovrappeso: chi lavora di notte ha più difficoltà a dormire durante il giorno, e questoaltera l’equilibrio biologico dell’organismo.
Ed è proprio l'alterazione del metabolismo il fenomeno che sta alla base delle minacce alla salute.
In queste situazioni che potremmo definire di stress fisiologico si alterano i 'ritmi circadiani' dell’organismo umano, conosciuti anche come “orologio biologico”, che sono un insieme di fluttuazioni fisiologiche all’interno delle 24 ore, fluttuazioni che sono soggette alla luce solare e alla temperatura.
Il lavoro a turni può modificare la distribuzione di energia nel corso della giornata. Il turnista tende a fare dei frequenti spuntini piuttosto che dei pasti completi.
Ma sono ancora troppo pochi gli studi che hanno valutato con attenzione l’apporto dei nutrienti e l’impatto del numero di spuntini. L'evidenza è però che la privazione dei pasti in famiglia o con gli amici alla quale corrisponde l'abitudine a mangiare in solitudine è un fattore determinante sulla scelta della qualità del cibo e della sua modalità di assunzione. Infatti durante il lavoro il tempo per il pasto non è mai considerato una priorità e dunque può sottostare a problemi di personale e di orari e lo snack rapido e veloce diventa il subdolo compagno notturno che placa la fame improvvisa.
Bisogna, tuttavia, attendere ricerche più approfondite per conoscere il rapporto tra orologio biologico, stile di vita e metabolismo dei lavoratori a turni.
Per il momento l'EUFIC (EUropean Food Information Council) ha stilato alcuni suggeriemnti per turnisti e datori di lavoro, magari da girare anche al nostro Ministero della Salute e a quello del Welfare:
  • Negli ambienti lavorativi si deve sviluppare una strategia nutrizionale che permetta di effettuare scelte salutari di alimenti e bevande in un ambiente tranquillo.
  • Gli orari dei turni devono essere formulati per permettere ai lavoratori di avere un tempo adeguato tra i turni permantenere uno stile di vita salutare, con dei pasti regolari e degli adeguati tempi per l’esercizio fisico e per il riposo.
  • I lavoratori a turni dovrebbero cercare di avere un ritmo di assunzione di alimenti il più possibile normaleEvitare di mangiare nel periodo che va da mezzanotte alle sei del mattino; e cercare di mangiare all’inizio e alla fine del turno. Ad esempio, chi lavora nel turno del pomeriggio dovrebbe assumere il pasto principale nel mezzo della giornata, piuttosto che a metà del turno. Chi lavora di notte dovrebbe mangiare il pasto principale prima di iniziare il turno, alla solita ora di cena.
  • Fare la colazione prima di andare a letto di giorno evita che ci si possa risvegliare per la fame. Tuttavia, questa prima colazione deve essere leggera, una colazione troppo pesante (effettuata 1 o 2 ore prima di coricarsi) può rendere difficoltoso prendere sonno.
  • Bere regolarmente aiuta a prevenire la disidratazione che può aumentare la sensazione di fatica.
  • Sostanze stimolanti come la caffeina possono rimanere nell’organismo diverse ore dopo l’assunzione e possono aumentare la vigilanza e pertanto interferire con il sonno. Se i turnisti sentono la necessità di caffeina durante il loro turno, devono cercare di assumerla all’inizio dello stesso per passare con il progredire delle ore a bevande senza caffeina. È bene evitare di assumere alcool per riuscire ad addormentarsi.

domenica 7 ottobre 2012

Catetere venoso periferico, quanto puoi restare in situ?


Articolo tratto  da: Infermieri Attvi (tutti i diritti sono riservati a Franco Ognibene)
La gestione degli accessi vascolari ha ricevuto un forte input con la linea guida del 2002 che dava un limite temporale ben preciso 72-96 ore oggi ha modificato questa posizione ma ha lasciato un ampio grado di incertezza...
La linea guida del 2002 riportava:
Replacement catheters
-Peripheral Venous Catheters Scheduled replacement of intravascular catheters has been proposed as a method to prevent phlebitis and catheter-related infections. Studies of short peripheral venous catheters indicate that the incidence of thrombophlebitis and bacterial colonization of catheters increases when catheters are left in place >72 hours (66,67,127). However, rates of phlebitis are not substantially different in peripheral catheters left in place 72 hours compared with 96 hours (128).
Because phlebitis and catheter colonization have been associated with an increased risk for catheter-related infection, short peripheral catheter sites commonly are rotated at 72--96-hour intervals to reduce both the risk for infection and patient discomfort associated with phlebitis.
La bibliografia di riferimento era:
67:Band JD, Maki DG. Steel needles used for intravenous therapy: morbidity in patients with hematologic malignancy. Arch Intern Med 1980;140:31--4.
68:Tully JL, Friedland GH, Baldini LM, Goldmann DA. Complications of intravenous therapy with steel needles and Teflon® catheters: a comparative study. Am J Med 1981;70:702--6
127: Collin J, Collin C. Infusion thrombophlebitis. Lancet 1975;2:458.
128: Lai KK. Safety of prolonging peripheral cannula and i.v. tubing use from 72 hours to 96 hours. Am J Infect Control 1998;26:66--70.

La raccomandazione è stata presa con la bibliografia disponibile allora e con gli aggiornamenti che la ricerca porta ci dovrebbero essere informazioni chiare e precise.
Però se leggiamo l'edizione del 2011 si assiste ad uno strano fenomeno, la versione italiana presente nel nostro sito riporta: