Fonte :Carpem Nurse blog
Autore: Vincenzo
---- Nota I ----
Della governance dell'infermieristica
Le “autonomie” infermieristiche sono essenzialmente due: quella assistenziale diretta e quella gestiona-le/organizzativa. Per autonomia assistenziale diretta si intende la possibilità di decidere e agire sulla base delle proprie conoscenze, ovvero lavorare e svolgere quanto di competenza sotto la propria responsabilità, mentre l’autonomia gestionale/organizzativa attiene all’organizzazione dei processi assistenziali alla decisione su quante risorse sono necessarie, su come utilizzarle e svilupparle.Quando gli infermieri manager hanno piena autonomia organizzativa non possono che migliorare le condizioni di lavoro degli infermieri che si dedicano all’assistenza diretta e, di conseguenza, la risposta assistenziale al cittadino.Entrambe le autonomie devono svilupparsi in modo armonico: sviluppare solo quella manageriale rischia di deprofessionalizzare il contributo degli infermieri.Si chiede: Una reale attribuzione della governance infermieristica agli infermieri, attraverso un chiaro impegno dell’amministrazione affinché questo principio venga applicato. Nella “line” gerarchica, all’interno degli organigrammi aziendali, non devono in alcun modo essere presenti figure diverse dall’infermiere (fatti salvi, ovviamente, il Direttore Generale nel vertice strategico e le figure di supporto all’assistenza nei livelli bassi, all’interno del nucleo operativo).
---- Nota II ----
Dell'orario di lavoro
La recente legislazione in materia di orario di lavoro procede univocamente, ormai da tempo, in direzione della massima tutela del lavoratore, in particolare per i turnisti (vedi il Decreto Legislativo n. 66 dell’8 aprile 2003 che applica la Direttiva Comunitaria n. 34/2000).Numerose ricerche riportano dati preoccupanti in merito al lavoro notturno: secondo il ventottesimo rapporto internazionale dell’International Agency for Research on Cancer (IARC) di Lione esso predisporrebbe maggiormente i lavoratori allo sviluppo del cancro (in particolare quello al seno per le donne e alla prostata per l’uomo); secondo un’indagine Eurispes condotta in Italia, il lavoro notturno genera alterazioni nello stato di salute (faciliterebbe l’insorgenza di insonnia, depressione, gastroduodenite, ulcera duodenale e può aggravare alcune patologie cardiache, il diabete, l’epilessia) e nelle relazioni interpersonali (aumento dell’irritabilità, difficoltà nella vita di relazione, aumento di separazioni e divorzi).Si chiede: l’applicazione delle norme contenute nel Decreto Legislativo 66/2003; il NurSind rifiuta la contrattazione di qualsiasi accordo si voglia porre in deroga a tale direttiva. Si chiede quindi con fermezza che le aziende ospedaliere pianifichino solo turni (in quinta o in decima) che tengano conto dell’armonica ripartizione dell’orario di lavoro all’interno dei servizi aperti nelle 24 ore.Turno in quinta: M-P-N-S-RTurno in decima: M-M-P-P-N-N-S-R-R-RP.S.: sull’orario di lavoro rimandiamo ad un documento integrativo più articolato, che comprende anche richieste sui seguenti temi: lavoro part-time, riconoscimento ore straordinarie, banca delle ore e calcolo giornate di malattia sul dovuto reale.
---- Nota III ----
Del risk management
L’errore è dietro l’angolo; infermieri più stanchi (vedi nota II) sono più soggetti ad errori; infermieri meno formati (vedi nota VIII) incorrono più facilmente nella malpractice.Ogni anno negli ospedali viene cagionato un danno (che può arrivare fino alla morte) a migliaia di pazienti, e questo comporta dolore, demotivazione, frustrazione, oltre ad una perdita economica altissima per gli ospedali che si trovano a dover pagare premi assicurativi sempre più alti.Si chiede: di attivare gruppi di lavoro sempre più allargati e partecipati, che vedano nascere e sviluppare una maggiore cooperazione e collaborazione tra medici e infermieri: il Risk Management deve essere materia di tutti i professionisti e non solo di ridotte task-force.Inoltre: invitiamo tutti i colleghi a motivare scientificamente la scarsa dotazione di risorse umane nelle corsie al fine di responsabilizzare amministratori e politici in merito a certe scelte legate al risparmio. Andrà da sé che, in caso di contenzioso, si potrà dimostrare di aver fatto tutto ciò che era umanamente possibile fare.
---- Nota IV ----
Delle figure di supporto
In una sanità moderna e al fine di garantire la miglior risposta assistenziale al cittadino è necessario dotare l’infermiere di un adeguato numero di figure di supporto. È indispensabile pensare nuovi modelli organizzativi che consentano all’infermiere di fare l’infermiere, ovvero di esprimere il massimo delle competenze acquisite, anche attraverso l’attribuzione di alcune funzioni agli operatori di supporto.Tali innovazioni organizzative non devono in alcun modo essere foriere di scellerate rincorse al risparmio con conseguente riduzione afinalistica del numero di infermieri presenti in organico.Si chiede: La costituzione di gruppi di lavoro costituiti da infermieri, divisi per aree dipartimentali, che verifichino il reale fabbisogno di personale di supporto in ogni unità operativa.
---- Nota V ----
Delle nuove tecnologie
L’informatizzazione è ormai arrivata a toccare, in maniera capillare, tutte le realtà lavorative garantendo rapido scambio di informazioni, ottimizzazione dei tempi e puntualità nelle risposte.La rete mondiale è diventata una risorsa fondamentale, nel lavoro, nell’aggiornamento, nella ricerca.Si chiede: L’attivazione di un accesso alle reti (Internet e Intranet) e una casella di posta elettronica a tutti i professionisti dell’Azienda Ospedaliera.
---- Nota VI ----
Dei percorsi e delle divise
Il cittadino che accede alle strutture di pubblica utilità deve essere messo in condizione di seguire facilmente il proprio percorso; questo concetto è ancor più vero in ospedale, a cui il cittadino accede già con un proprio bagaglio di preoccupazioni, per sé o per i propri cari, e quindi ancor meno predisposto ad industriarsi per reperire informazioni. Altresì le persone hanno il diritto di riconoscere il giusto operatore a prima vista, senza possibilità di fraintendimenti e perdite di tempo.Si chiede: Realizzazione di una chiara segnaletica (cartelli, percorsi colorati, indicazioni) e di una serie di opuscoli che descrivano le attività dell’ospedale (non la Carta dei Servizi, ma qualcosa di più rapida consultazione, divisa per dipartimenti e tipologie di prestazione, illustrata e di facile comprensione).Si chiede, inoltre, l’assegnazione di divise dai colori differenziati, divise per profilo professionale.
---- Nota VII ----
Della valutazione
La valutazione del personale è sicuramente importante, poiché attraverso tale sistema operativo si può ottenere per ogni lavoratore un giudizio sul rendimento e le caratteristiche professionali che si estrinsecano nell’esecuzione del lavoro. La valutazione è garanzia anche del lavoratore, poiché è noto che laddove non si procede per valutazione si procede per clientelismi.Purtroppo, però, in molte aziende ospedaliere i sistemi di valutazione si traducono in pagelline di fine anno, dove il caposala di turno si esprime in giudizi spesso opinabili, senza che il lavoratore abbia possibilità di appello (vedi alcune regole aziendali).Si chiede: L’immediata sospensione di tutti quei metodi di valutazione (leggasi pagelline) che non vedano una partecipazione attiva del lavoratore. Si chiede, altresì, che si attivi un’apposita commissione che studi strumenti di valutazione partecipati e obiettivi, con particolare attenzione allo sviluppo di ognuno.La valutazione deve essere strettamente legata alla formazione (vedi nota VIII).
---- Nota VIII ----
Della formazione
È necessario implementare la massima trasparenza e partecipazione degli infermieri in merito alla propria formazione complementare. All’interno di momenti predeterminati e sulla scorta dei piani di sviluppo messi a punto insieme ai coordinatori, i componenti l’equipe di lavoro devono essere messi in condizione di confrontarsi e di valutare, in piena autonomia, il proprio fabbisogno formativo.Si chiede: di calcolare, sulla base dell’importo annuale che l’Azienda attribuisce alla formazione, il valore di 1 “gettone formativo”pro-capite, per ogni operatore, con particolare riguardo a coloro che sono in obbligo di ECM. Tale gettone sarà spendibile verso uno o più momenti formativi, scelti dall’equipe di lavoro sulla base della specialità in cui si opera e delle esigenze peculiari del momento.
---- Nota IX ----
Dell'immagine sociale
L’immagine sociale dell’infermiere è condizionata da antichi stereotipi che generano nei cittadini (ma anche negli altri operatori sanitari) una visione distorta del reale ruolo dell’infermiere moderno. L’evoluzione formativa e normativa non è conosciuta da tutti ed è quindi necessario operare in maniera radicale nella cultura popolare al fine di permettere ai cittadini un corretto impiego di questa preziosa risorsa professionale.Si chiede: di attivare programmi di interventi nelle scuole e nelle famiglie al fine di far conoscere (e riconoscere) il ruolo dell’infermiere a tutti i cittadini.
---- Nota X ----
Del diritto alla propria vita
Nell’immaginario collettivo, anche in quello di certi amministratori di aziende sanitarie, siamo collocati al servizio degli altri non già per scelta professionale, ma per vocazione da buon samaritano.Va da se che di fronte a questa distorta percezione della nostra professione molti credono di poter disporre del nostro tempo libero sempre e comunque. In molte Aziende vi sono elenchi telefonici, a disposizione di capi e “capetti”, utilizzati per ogni “stormir di fronde” senza che nessun infermiere abbia mai firmato consensi.Sappiano i colleghi che nessuno è tenuto a fornire il proprio recapito telefonico; l’unico posto dove è necessario tenere questo dato personale è il piano per le maxi-emergenze (P.E.M.A.F.), da utilizzare nel caso di calamità naturali, o l’elenco delle reperibilità.Si chiede: l’attuazione di una più chiara programmazione della reperibilità e/o della pronta disponibilità, che tenga conto della normativa in materia. Nel caso di chiamata improvvisa in servizio si utilizzi l’ordine di servizio debitamente compilato. Il ricorso alle ore straordinarie deve essere, appunto, “straordinario” e non usato come fattore ordinario di programmazione dei turni.P.S.: per la pronta disponibilità si veda apposito documento integrativo.
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